mercoledì 11 aprile 2012

La mia storia nel Karate Shotokan


Sin da bambino iniziai a praticare tantissimi sport tra cui: calcio, tennis, pallavolo, basket, hockey, palla a mano, table tennis, nuoto, tuffi da 3/6 metri, quasi tutte le discipline dell’atletica e delle Olimpiadi, e il trekking, tutto questo fino all’età di 16 anni.

Un giorno un amico mi disse: ”Vieni ti devo fare vedere e provare una cosa!” E cosi  conobbi il meraviglioso mondo delle arti marziali, e ne fui così entusiasta che lasciai stare tutti gli altri sport che avevo praticato. I mieii primi allenamenti furono nel campo del full-contact, mi allenavo duramente per quattro ore il giorno ottenendo risultati formidabili! Dopo ca. sei mesi sostenni alcuni incontri, con molte vittorie e anche sconfitte,  ottenendo il rispetto di tanti praticanti nella zona!
A diciotto anni conobbe il mondo del karate contact, e il mio primo vero maestro, Agostino Porcaro ! Da allora sono rimasto sempre in contatto con lui e tutt'ora ancora lo seguo! Nel 2007 conobbi il maestro Nicosia Michele, allievo del maestro Hiroshi Shirai, in questo momento uno dei maestri più conosciuti a livello mondiale una parte di storia, dello Shotokan.   
 Insegno dall’anno 2000 presso il suo Dojo Shotokan a Sommatino (CL), e a Ravanusa (AG) nella palestra Planet Fitness!
Metto tanta dedizione a insegnare questa disciplina usando la metodologia disciplinare e tutte le tradizioni giapponesi, ai miei allievi, che crescono forti fisicamente e mentalmente!I miei insegnamenti, si basano sull’efficacia della tecnica, perché altrimenti si perde di credibilità! Solo cosi facendo si dimostra di essere alla pari con le altre arti marziali! Molti altri maestri sostengono e dicono:
 ”Non solo calci e  pugni”! In parte questo é vero, la maestria della tecnica è importante, ma per tanti altri maestri e una scusa per evitare di fare una brutta figura, e per paura di confrontarsi! Ma la ricerca del Do e lunga e dura a vita, per questo è un Arte Marziale!

Inoltre mi sono  confrontato anche con diverse discipline come la Thai Boxe, la Kick-Boxe, il Taekwandoo, Kenpo-Boxe, ecc., ecc. e tante altre, mettendo a dura prova i miei allievi e facendo tante esperienze diverse nel settore. 
Bisogna approfondire, studiare e praticare il proprio stile con serietà, questo è vero, ma bisogna anche dimostrare che si sia alla pari, migliori ma non inferiori degli altri! Nello stesso tempo bisogna anche appropriarsi delle cose buone degli altri stili, cosi facendo si amplia il proprio bagaglio tecnico e alcuni metodi di allenamento possono aiutare pure a contribuire e variare la conoscenza delle arti marziali!
Tanti praticanti di Karate, sono insultati, sminuiti, derisi e beffati! Questa colpa deve essere attribuita ai loro maestri, c'ioè a quei maestri che inseguono in questa disciplina la parte sportiva!
Il Karate non è sola forma (Kata),ma un continuo aggiornarsi e una ricerca a vita della perfezione in tutto e per tutto quello che concerne il Do (la via)!

La cintura nera è data troppo facilmente, anche ai ragazzi sotto i diciotto anni, che secondo me dovrebbe essere data solo quando si è maggiorenni e quando uno se lo merita e sopratutto la rappresenta per quello che significa! 
Anche questa mancanza contribuisce a svalutare un grado cosi importante!
Una cintura nera dovrebbe essere in grado, di confrontarsi alla pari con lo stesso grado di tutti gli altri stili!
Un’altra pecca e capitolo nero, sono i tornei con i loro favoreggiamenti e i loro imbrogli! Ogni federazione ha i suoi campioni regionali, nazionali, ma sul tatami si vede il vero valore dell’atleta! Non sta parlando di shobu-ippon, nihon, sambon o semi contact ecc., questo va bene per la competizione sportiva! Questi combattimenti non valorizzano l’atleta, anzi lo sminuiscono a mio parere! Vogliamo dire e specificare che in queste competizioni, non è premiato l’atleta migliore, ma quello più fortunato, a mio modesto parere. Naturalmente queste competizioni possono essere fatte per accumulare esperienza, ma solo per questo!

Il vero valore dell’atleta o del praticante si misura in un altro modo! L’atleta o praticante si deve esprimere, utilizzando il più vasto bagaglio tecnico, la tattica, lo spirito combattivo, la resistenza e l’astuzia,la fantasia,ma sopratutto il valore spirituale,e che sia fatto con passione e dedizione!

    I maestri giapponesi di karate usano ripetere la frase "karate no shugyo wa issho de aru", che tradotta in italiano suona come "il karate si pratica tutta la vita".Quest'affermazione non deve essere interpretata nel senso che chi inizia a esercitarsi in quest'arte marziale continuerà a farlo "per" tutta la vita, ma in senso etico: un vero karateka applica i principi appresi in ogni azione che compie.                                                                                                  


 Maestro Lo Giudice Claudio

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